Volontariato
Salvare il Corno dAfrica
Più di 50 organizzazioni italiane riunite in un coordinamento per salvare Etiopia ed Eritrea da fame e guerra
La situazione sta diventando esplosiva nel Corno d?Africa, e la nostra redazione è invasa da decine di richieste d?aiuto a favore delle popolazioni di Etiopia ed Eritrea, che dopo la fame e la siccità ora devono fare i conti con la guerra. Le cifre dell?ultima ondata di violenza, scoppiata alla metà di maggio con un attacco delle forze etiopi, parlano di 30 mila morti in battaglia, 70 mila soldati eritrei dispersi, mezzo milione di profughi, un milione di sfollati all?interno dell?Eritrea.Le organizzazioni della società civile italiana quindi si danno da fare, raccogliendo fondi e materiali da inviare al più presto nelle regioni colpite dal conflitto.
L?iniziativa che raccoglie il maggior numero di adesioni è quella lanciata da un coordinamento di oltre 50 associazioni, capitanate da Mani Tese e Nigrizia (e a cui aderiscono tra le altre Acli, Cipsi, Cocis, Misna, Vis), che la settimana scorsa ha inviato un appello al governo italiano. In esso si legge: «Vorremmo che il futuro non fosse negato ai popoli dell?Eritrea e dell?Etiopia. L?Italia ha doveri storici profondi in Corno d?Africa, e può giocare un ruolo autentico: è un interlocutore ascoltato ad Asmara come ad Addis Abeba. La cooperazione italiana ha investito risorse, uomini, denaro in queste due terre. L?Italia può agire, alzare la voce, pretendere che le armi tacciano, che l?esercito etiopico si ritiri. Se così non fosse, il Corno d?Africa annegherebbe di nuovo, e per decenni, nella violenza». Per un aiuto concreto, il coordinamento appoggia l?azione di Cric, Mani Tese, Cocis e A.So.C. (attive in Eritrea) che allestiscono i campi di Afabet, dove si prevede l? arrivo di 100 mila profughi. Per sostenerli, c/c n. 505090 Banca Etica – Padova, con causale ?Profughi in Eritrea?. Per altri informazioni, Bruna Sironi (Mani Tese), tel. 02.4075165, e-mail bruna.sironi@manitese.it
Anche la Caritas Italiana, raccogliendo un drammatico appello dei vescovi eritrei, ha attivato un conto corrente. «Non riusciamo a comprendere, né tanto meno a giustificare, come una volta ripresi gli scontri, si ritenga esaurita ogni possibilità di intervento», hanno scritto i prelati eritrei. E don Elvio Damoli, direttore della Caritas, aggiunge: «Chiediamo al nostro Governo e a tutta la comunità internazionale un?attenzione costante e globale al continente africano, che sta vivendo ore drammatiche». La Caritas, che sostiene dagli anni ?80 le popolazioni del Corno d?Africa, prima di questa emergenza aveva già inviato oltre 8 miliardi di aiuti per far fronte alla siccità. Ora invece sta avviando un intervento d?urgenza in Eritrea con la fornitura di tende e coperte per gli sfollati, latte in polvere, cereali. Per sostenerla, conto corrente postale n° 347013 intestato a Caritas italiana, viale F. Baldelli 41, 00146 Roma, specificando nella causale ?Corno d?Africa?.
Infine il Cipsi, coordinamento di 32 ong, ha attivato un ?Fondo di Solidarietà? per interventi a favore delle vittime del conflitto e a sostegno di progetti in corso nei singoli Paesi. I rappresentanti in loco del Cipsi, dopo l?arrivo dei primi profughi, hanno concentrato gli sforzi sul reperimento e distribuzione di generi alimentari a feriti e profughi. Per questo raccolgono anche prodotti alimentari a lunga conservazione pronti per il consumo, quali biscotti, gallette, pane tostato e generi a base di cereali (possibilmente ad alto contenuto energetico e a lunga conservazione), legumi inscatolati di ogni genere (non a breve scadenza), latte in polvere, zucchero. Un?attività di raccolta coordinata dal Gruppo Missioni Asmara di Montagnana (Padova), tel. 0429.800.830. Per contattare il Cipsi, tel. 06.54.14.894, e-mail: cipsirm@tin.it
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